I social network raccolgono molte storie. Alcune belle, altre meno. Le storie targate ADMO sono sempre storie di speranza perché chi si iscrive al Registro dei donatori regala sempre una nuova possibilità di Vita.
Di seguito potete trovare alcuni delle testimonianze raccolte in rete, persone “reali” che hanno scelto di affrontare le loro paure e di donare ben consci che “Anche se il timore avrà sempre più argomenti, tu scegli la speranza.” (Lucio Anneo Seneca)
Buona lettura!
27 settembre: Alice, per la seconda volta.
La mia storia la racconto sempre così …
ho conosciuto ADMO tanto tempo fa, quasi per sbaglio.
Facevo la barista e l’attività era mia, come ogni mattina prima di alzare la serranda del mio locale mi prendevo quei 10 minuti di tempo per il caffè, il quotidiano e la sigaretta.
Ricordo come fosse ieri. Ogni giorno, da ormai non sapevo più quanto, c’era un articoletto di una bambina di circa 3 anni che doveva a tutti i costi fare il trapianto di midollo osseo. Cercava disperatamente un donatore compatibile.
Voglio essere onesta con voi e non nascondermi dietro una bugia. Non sapevo neanche di cosa stessero parlando.
Midollo osseo, donatore compatibile, malattie del sangue, leucemie?!?!?!?!) Nel mio cuore sinceramente si era mosso qualcosa, ma la giornata lavorativa doveva iniziare e la tristezza per quella bambina svaniva.
In realtà quella tristezza non spariva del tutto, il pensiero saltava fuori, ogni tanto.
Una sera, dopo aver passato una bella serata con gli amici a ridere e scherzare, di ritorno verso casa con il mio fidanzato Carlo mi è letteralmente salita una tristezza dal profondo del cuore e scoppiando a piangere, davanti allo sguardo perplesso di Carlo, ho detto:
“Voglio provare a vedere se sono io quel donatore compatibile di midollo osseo. Magari quella bimba sta aspettando proprio me ed io sono qui a fare la mia vita allegra e spensierata mentre lì in quel maledetto ospedale lei lotta contro la morte per sopravvivere.”
Giustamente Carlo, in quel momento, capendo e anche no, mi disse:
“Ma sei sicura??? E se ti causa dei problemi?”
La mia risposta fu (ancora mi viene da ridere e un po’ me ne vergogno) :
“Anche se dovesse fare malissimo, vuoi mettere in paragone il fatto di aver salvato questa bimba!! Poi, se dovessi restare in carrozzina io la mia vita me la godo ugualmente e comunque se lo fanno, vuoi che mettano così in pericolo un’altra vita?? Io ci provo lo stesso!”
La mattina dopo mi alzai e come prima cosa chiamai ADMO che mi spiegò dove andare. Era sabato, il bar era chiuso e andai all’ospedale dei colli per parlare con la dottoressa.
Sorrido mentre vi scrivo, perché nella mia ignoranza credevo un sacco di cose totalmente sbagliate.
Me lo ripeterò in vita, IL MIDOLLO OSSEO NON È IL MIDOLLO SPINALE!!!! STORDITAAAAA!
Anni dopo, il 10 agosto del 2018, al pronto soccorso di Padova mi dissero: “lei ha la leucemia”.
Sinceramente in quel momento ho pensato a Carlo. Cinque anni prima aveva perso il papà per colpa di una di queste orribili malattie del sangue. Non sapevo come dirglielo!
Fuori in sala d’attesa c’era mia madre, avevo paura si sentisse male. Papà, instancabile lavoratore, era a casa all’oscuro di tutto. Era anche il suo compleanno, dovevamo festeggiare i suoi 68 anni.
Dallo stomaco mi partì una fitta, come una bolla che si allargava e saliva, mi toglieva un po’ il fiato e arrivò al cuore e lì c’era lei, quella bambina, che realmente era così distante, almeno così credevo. Poi arrivò lui un brivido gelido e quel tremore di angoscia e paura che non riesci a fermare e quei pensieri: “non voglio morire, voglio avere dei figli, ho solo 35 anni!”.
Beh, non voglio intristirvi troppo, sappiamo benissimo come poi vanno le cose.
Quando mi hanno detto che sarei comunque dovuta andare al trapianto confesso, ho avuto paura, tanta paura però era la mia unica salvezza.
In tutta questa, chiamiamola sfortuna, ho avuto l’onore di conoscere tantissime persone fantastiche, dai medici agli infermieri per finire con i pazienti e i loro parenti, ognuno con la sua storia, con la voglia di lottare e sconfiggere la bestia.
Ho conosciuto Giovanna la mitica nonna, Luciana la maestra d’arte, Orietta la potenza, Pietro la dolcezza, Marino l’amore malinconico, Cristina la lottatrice scalatrice di montagne, Gloria e Luigi la coppia più bella del mondo, Nicoletta la tosta, Lucio l’uomo che non si ferma mai, Babbo Natale di nome Fabio adorabile, la mia più grande amica Anna, 10 anni di differenza e siamo come sorelle. Queste sono alcune delle persone che come me hanno avuto paura, hanno pianto e hanno lottato.
Qualcuna non c’è più, ma vive nei ricordi dei propri cari che li hanno amati e di chi come me ha avuto la fortuna di conoscerli e volergli bene.
Mi ritengo una persona fortunata perché il mio donatore, il mio gemello genetico, il mio eroe, il mio angelo, la mia seconda opportunità , LA MIA VITA si era iscritto/a al registro donatori di midollo osseo … ed era lì per me.
Cosa si può dire ad una persona che ti ha salvato la vita, se non dedicargli una dichiarazione d’amore incondizionato.
Ecco, questa è la mia storia. Che sciocca, non mi sono neanche presentata.
Io sono Alice, per la seconda volta.
26 agosto: Simona
“Sono passati ormai 15 anni, era il 2006 esattamente il 22 Settembre, lo ricordo ancora oggi, era un venerdì quando tutto ebbe inizio. Avevo compiuto 22 anni da tre giorni ma da due settimane mi sentivo tanto stanca con una febriciattola strana di 37/37,5 che andava e veniva ed un colorito pallido, insolito per me che sono abbronzata praticamente 365 giorni l’anno ed ero tornata da poco dalle vacanze estive, marocchina mi dicono sempre.
Credo di essermi recata almeno 5 volte dal medico di famiglia per capire cosa potessi avere e finalmente mi vengono prescritti degli esami del sangue sotto suggerimento di mio padre.
Il giorno dopo faccio subito gli esami ma non passa neanche un’ora che ricevo una chiamata disperata dalla dottoressa del laboratorio che mi dice di precipitarmi immediatamente al pronto soccorso del San Matteo di Pavia in cui vi è uno dei reparti d’eccellenza in campo di ematologia.
Ematologia? Cosa vuol dire? Cos’ho di così tanto grave??
Con i miei genitori passammo velocemente a ritirare gli esiti degli esami fatti poco prima e nel tragitto verso il pronto soccorso ricordo che le lacrime non smettevano di scendere sul mio viso. In realtà non sapevo neanche per cosa stessi piangendo,
so solo che avevo paura, tanta paura
che potesse essere qualcosa di molto grave, lo avevo letto negli occhi della dottoressa mentre consegnava a mia madre gli esiti da presentare al p.s.
Arrivati all’accettazione consegnammo gli esami spiegando brevemente perché ci trovassimo li, il codice fu subito rosso ed un istante dopo mi ritrovai seduta su una sedia a rotelle e portata immediatamente in una saletta dove mi fecero qualsiasi tipo di accertamento. Pochi giorni dopo capì il motivo, avevo 30.000 globuli bianchi e 4,3 di emoglobina con una diagnosi di leucemia mieloide acuta diagnosticata tre giorni dopo aver fatto il prelievo del midollo. Ero arrivata al pelo, appena in tempo, sarebbe bastato solo un giorno in più perché tutto fosse irreparabile.
I medici dissero ai miei genitori: “faremo tutto il possibile per salvarla ma non possiamo sapere se le cure funzioneranno, bisogna solo sperare“.
La prima chemio con grande stupore non diede alcun risultato nonostante l’infusione continua di ben 7 giorni h24.
La remissione della malattia arrivò con la seconda chemio di salvataggio e ricordo ancora la felicità dei medici nel darci la notizia, il mio caro medico Dott. Bonifichi entrò nella mia stanza svolazzando l’esito dell’esame del midollo ed urlando: “Simona sei in remissione!! La terapia ha funzionato, ha funzionato!!”. La gioia fu immensa ed io mi sentii già salva anche se in realtà non pensai mai al peggio durante tutto il percorso, dovevo solo sbrigarmi ad uscire dall’ospedale perché avevo ancora tanto da fare.
Da qui si optò subito per un trapianto di midollo ed avendo una sorella ed un fratello la probabilità che uno dei due fosse compatibile era alta ma non fu così, la tipizzazione riscontrò una compatibilità tra loro due ma non con me.
Venne attivata subito la procedura per la ricerca di un donatore di midollo ed intanto il mio protocollo andava avanti con altre due chemio di consolidamento per terminare il ciclo.
I capelli oramai erano belli che andati già dopo la prima chemio, li rasai subito al primo accenno di caduta, non ci pensai due volte, tolto il dente, tolto il dolore. Fu strano guardarmi allo specchio senza la mia folta e lunga chioma riccia, piansi un pochino ma passò in fretta, fu il minore dei mali rispetto ai disturbi ed ai mille problemi causati dalle chemio, tanto ricresceranno.
Il primo pensiero fu far fare una parrucca identica ai miei capelli che alla fine misi due volte o tre, mi faceva sentire a disagio. Preferivo sfoggiare foulard di ogni colore che cambiavo in base all’abbigliamento che indossavo.
Dopo pochissime settimane dall’inizio della ricerca del donatore arrivò la notizia che tutti speravamo, il mio angelo era lì ad aspettarmi, lei che dalla città di Ivrea aveva deciso di donarmi una seconda vita, una compatibilità al 100%, un’ anima gemella, la seconda metà della mela.
Non basterà tutta la mia vita per ringraziarla, mi spiace solo non poterla abbracciare e dirle quanto io e la mia famiglia le saremo per sempre grati.
Ringrazio ADMO per tutto il lavoro prezioso che fa quotidianamente nella campagna di sensibilizzazione e spero che questa mia storia possa essere di aiuto nel comprendere quanto importante sia diventare donatori di midollo nella speranza di poter salvare una vita.
Mio marito, mia sorella e Angela lo sono diventati da subito
Dedico questo racconto:
A te mio angelo per il grande spirito di altruismo che spero possa contagiare il mondo intero.
Ai miei genitori per non avermi lasciata mai da sola in ospedale durante tutta la lunghissima degenza durata quasi 8 mesi, a non aver mai versato una lacrima in mia presenza e ad avermi dato sempre la forza di non mollare.
A mio marito, nonché fidanzato di allora, per non aver optato per una vita più semplice ed avermi sempre dimostrato il suo amore.
Ai miei fratelli per essere stati pronti a donarmi una parte di loro senza esitare.
Ad Angela mia cara amica sempre pronta a distrarmi con le sue lunghissime lettere.
A Viviana e Giovanna mie compagne di viaggio che purtroppo sono volate via. ”
Un caro saluto, Simona.
23 agosto: Beatrice
Nei sogni di una ragazza di 19 anni c’è un futuro di soddisfazioni e conquiste. Ho conosciuto Fabrizio proprio a quell’età, mio coetaneo, ragazzo pieno di vita e progetti. Grande cuore, appassionato di musica e il grande orgoglio del cappello da paracadutista. Famiglia che mi accolse con amore, di cui feci parte volentieri.
Presto però le cose cambiarono perché Fabrizio iniziò a non star bene. Sul suo corpo comparì un eritema nodoso e le sue analisi erano totalmente sballate. Ricoverato d’urgenza, dopo qualche giorno arrivò la diagnosi: leucemia mieloide acuta. Diagnosi che fu una botta terrificante per tutti noi, soprattutto per la sua famiglia! Arrivò la paura dell’ignoto e, con lei, il timore di perderlo. Chemioterapia, i capelli che cadono, ma l’amore che restava. Ci furono diversi ricoveri, alcuni dei quali terrificanti, perché il dolore che provava durante certe “manovre” era immenso. Non riuscivo ad ascoltare le sue urla strazianti. Cercavo di riempirlo di affetto nelle fasi in cui lo lasciavano a riposo, per alleviare quelle sofferenze incredibili.
Era una situazione davvero folle per due ragazzi della nostra età, ma si sa, non c’è età per queste cose.
Quello che c’è però è l’autenticità dei sentimenti, che viene meno per opportunismo o per paura di vivere certe situazioni. I mesi passavano e non si trovava un donatore utile, provarono anche con l’autotrapianto senza successo. Ingenuamente chiamai ADMO offrendomi come donatrice ma giustamente mi spiegarono che non funzionava così… Nella fretta non diedi la mia disponibilità in generale anche per altre persone ma questo fu provvidenziale perché poi in seguito non avrei potuto donare nemmeno il sangue. Passammo un’estate divertente trascorsa in campeggio, lui indossava sempre il cappellino perché era perennemente calvo ma felice, perché il nostro rapporto andava a gonfie vele! Quanto è importante avere accanto un affetto disinteressato e sincero! Nella malattia fa tutto! Se non tutto, almeno la metà della cura! Purtroppo però Fabrizio iniziò a peggiorare sempre di più, il donatore non è mai stato trovato, non c’era tempo, non c’erano i presupposti, era destino e così, dopo sei lunghissimi mesi di calvario, in piena estate e appena ventenne morì nel letto della sua camera, piena di poster di para’ e di foto nostre. Non mi dilungo nello spiegare come morì, il dramma dentro di me fu devastante, non ho ancora sufficienti forze mentali per ricostruirlo, fu una situazione surreale e impossibile da descrivere. Quello che posso dire è che fu tra le mie braccia, la sua famiglia presente come sempre, ma non riuscivo ad immedesimarmi nei cuori di quella mamma e di quel papà che l’avevano perso per sempre. …ci salvò solo la fede. Anche la sorella subì uno shock immenso, perché vedere il proprio fratello morire in un modo così assurdo fa male da … morire!
Prima di andarsene Fabrizio mi disse che ero brava a “curare” le persone e mi fece promettere che avrei fatto di tutto per lavorare in un ospedale . Così feci. Mantenni la promessa e subito dopo la sua morte venni assunta in una clinica. Passarono due anni e io mi impegnai come a voler riempire tutto quel dolore ma non avendo “elaborato il lutto” a dovere, iniziai a bere ed a buttarmi in divertimenti poco sani. Diventai ribelle a tutto, non accettavo più niente, ce l’avevo col mondo intero ma soprattutto con Dio. Volevo farla finita e non mi importava per niente di me stessa.
Volevo distruggermi. E quasi ci riuscii!
Mi ricoverarono in ospedale dopo analisi di routine, perché avevo tremila piastrine e analisi totalmente fuori fase. Avevo sporcato di sangue tutta la divisa del lavoro, non stavo in piedi ed ero piena di petecchie in tutto il corpo. In ematologia mi presero per i capelli ma non riuscivano a capire cosa avessi. Dopo esami ed un ago aspirato dolorosissimo al midollo osseo, ipotizzarono una leucemia. Come mi sentii dopo quella possibile diagnosi .. non lo so descrivere . So solo che fu un trauma incredibile soprattutto dopo aver vissuto la mia peggior esperienza. Oltretutto non capivo come avesse avuto un senso, visto che replicare una patologia non contagiosa era impossibile. A salvarmi da questo dubbio arrivò la vera diagnosi, che suonò come parole incomprensibili: trombocitopenia idiopatica autoimmune. Mi stavo appunto .. distruggendo da sola! Seguirono due anni di ricoveri e day-hospital con infusioni di immunoglobuline, trasfusioni di sangue e plasma, cortisone con dosi da cavallo che mi fecero prendere 30 kg di peso.
In questa grande sofferenza fu sempre l’amore a salvare dalla patologia.
Quello del mio attuale marito, che come un angelo, mi supportò e aiutò per tutto l’intero percorso. Se non ci fosse stato lui, non sarei più in vita. Avevo una forza distruttiva dentro di me che era più potente di qualsiasi altra cosa. I miei genitori fecero l’impossibile per farmi avere le migliori cure e per farmi ridere il più possibile per uscire da me stessa. La mia rinascita iniziò grazie a tutti questi fattori e anche alla generosità dei donatori di sangue e plasma e dei donatori di midollo che erano in lista quando Fabrizio era malato, e anche se nessuno l’ha salvato io so che qualcuno avrebbe potuto farlo, chi diventa volontario diventa angelo terreno, oltre a salvare una vita fisica può salvare anche un’anima!
Beatrice
14 agosto: Rossana
Gli esami di terza media, iniziare il Grest, fare il patentino per guidare la vespa, la preoccupazione per la nuova scuola, la voglia di conoscere nuovi compagni… la paura di perdere quelli vecchi.
Queste sono le cose alle quali pensa Nicola, però si sente un po’ stanco, non digerisce bene… meglio fare qualche esame.
E poi la telefonata… le analisi non vanno bene, 20.000 globuli bianchi… la corsa in ospedale… leucemia linfoblastica acuta di tipo b… il mondo ci cade addosso… siamo in un incubo…..
Nicola spaventato… noi distrutti; ma il reparto di oncoematologia pediatrica ci da tutto il sostegno, l’affetto, il coraggio, le cure, l’ascolto..0 lo svago…. Nicola lotta con il sorriso, ma nonostante tutte le cure la malattia non regredisce abbastanza per continuare senza complicazioni… ci vuole il trapianto di midollo… facciamo la tipizzazione ma nessuno di noi è compatibile, ma c’è la speranza nel registro dei donatori… uno su centomila… ma c’è!… è un tedesco, un grande uomo dal cuore grande, compatibile al 99% con il mio bambino di 14 anni e fa a noi sconosciuti un grande dono… Entriamo in reparto dopo le feste di Natale, la sera prima dell’entrata in centro trapianto il tramonto è bellissimo, spettacolare! In quel giorno di gennaio Nicola ha il dono che gli ridà la vita! Da quel giorno tutto va per il meglio, il nuovo midollo sembra un fluido magico che si unisce con amore a mio figlio che lo accetta senza troppe complicazioni .A febbraio siamo fuori dal reparto nella casa offerta da ABE, per poter stare vicino all’ospedale e il 5 Maggio torniamo a casa. Adesso abbiamo due compleanni da festeggiare perché Nicola è nato due volte!
Rossana
9 Agosto: Cristina
Sono cresciuta con il culto del dono… ho visto sia mio nonno Gianfranco e il mio papà Edgardo con la medaglia Avis appesa al petto… quella di diamante… sono il mio orgoglio… sempre attenti a non saltare mai la loro donazione… se non si poteva guai… si cambiava giorno e orario… parlo al passato perché purtroppo il mio nonno è da qualche anno che vive solo nel mio cuore.. mentre il mio grande papà prosegue ancora oggi con le sue donazioni nonostante abbia raggiunto il numero massimo non riesce a smettere…
perché fare del bene fa stare bene… questo è il suo motto e anche il mio.
Diplomata come tecnico dei servizi sociali ho seguito la strada dell’assistenza scolastica poi ho svolto molto volontariato e ora sono mamma a tempo pieno di due bellissimi bimbi:Ginevra 5 anni e Samuele 3 anni. Ed è grazie alla mia prima bimba che io ebbi la necessità di ricevere un Dono per poter vivere… dico “grazie”a Ginevra perché mi ha trasmesso l’importanza del carpe diem… già è proprio così perché il 24 luglio 2016 dopo un parto di urgenza cesareo dove tutto sembrava essere andato per il verso giusto ecco che iniziai a sentirmi debole… un sonno terribile… e sempre più leggerissima…quasi non percepivo più il mio corpo… avevo avvertito che stavo per morire… iniziai a piangere con quelle poche forze che mi rimanevano mentre i medici e infermieri correvano e urlavano… non riuscii nemmeno a firmare una carta feci una X talmente ero priva di forze… capii solo che era un consenso alla trasfusione da quel momento nella mia testa passò di tutto… una gran confusione e una paura terribile… non volevo morire… avevo partorito la mia bambina e volevo vederla crescere… sentivo solo che tutti mi chiamavano “Cristina rimanga sveglia” è solo ciò che ricordo… poi ad un tratto iniziai a percepire un fresco in tutto il corpo dalla testa fino alle punte delle dita… il fresco diventò freddo sempre più freddissimo… e iniziai a riprendere molto lentamente qualche energia… mi voltai verso destra e li c’era la sacca di sangue appesa…
una sacca di una donna a me sconosciuta che quel giorno mi ha salvato la vita…
è stata un esperienza terribile ma allo stesso tempo sono fiera di averla vissuta perché solo cosi ho compreso che a TUTTI può servire il sangue… a volte si vive pensando che a noi nulla può succedere e invece non è assolutamente così…. TUTTI potremmo avere bisogno di un Dono… quindi chi può donare lo faccia perché può essere fondamentale magari proprio a se stesso o a una persona cara e così da quel giorno ebbi un secondo motto “carpe diem” non lasciate a domani ciò che potete fare oggi perché potrebbe essere troppo tardi…viaggiate… fate del bene e divertitevi!! Questa esperienza ha regalato anche un nuovo donatore… il mio magnifico compagno di vita Luigi è un nuovo donatore Avis… e io dopo tutto che fine feci? Iscritta al registro Admo nella speranza di poter anch’io un giorno provare l’emozione di donare il mio dono… e mamma bis con un bambino in più: Samuele
Grazie Avis e Admo a tutti i volontari e donatori voi siete la vita vivo grazie a tutti voi
Un abbraccio fortissimo, Cristina
6 Agosto: Melissa
Buongiorno, su Facebook mi avete chiesto se me la sentivo di raccontare la mia esperienza…ci provo… Mi sono iscritta tardi al registro dei donatori ma desideravo farlo da tempo. Ero piccola, andavo alle elementari (ora direbbero alla scuola primaria), erano gli anni ’90 e un giorno le maestre organizzarono una giornata speciale che coinvolse entrambe le sezioni della mia classe. A quella giornata partecipò anche il nostro compagno Gabriele che non vedevamo a scuola da tanto. Ricordo ancora il suo viso, era un bambino bellissimo e dolce.
Era malato e aveva fatto tante cure, fu una grande sorpresa rivederlo e pensavo che fosse guarito visto che era tornato a scuola. Invece non lo rividi più e ci ritrovammo solo al suo funerale.
Il funerale di un bambino, con un corteo di bambini e maestre. Una tristezza infinita.
Ho dovuto fare una pausa per scriverlo, ancora oggi la drammaticità di quella giornata è vivida sebbene fossi una bambina.
Oggi ho 37 anni e 2 figli. Mi sono iscritta al registro perché se da piccola non ho potuto fare nulla per salvare il mio compagno di scuola, oggi posso fare qualcosa per sperare di salvare una vita ed evitare ad altri questa sofferenza.
Grazie per avermi permesso di ricordare Gabriele e soprattutto grazie per tutto il vostro impegno.
Melissa
29 Luglio: Mr. Ventitré anni.
“C’è un ragazzo di soli ventitré anni da qualche parte che ha scelto di donarmi un po’ di se per restituirmi alle strade, al mare, alle voci, ai rumori, ai sorrisi, allo stupore, a me stessa”.
#lastoriapiùbella
2 Luglio: Federica
La conoscete la storia di Federica?
La ragazza a destra nella foto si chiama Federica e ha 32 anni.
La signora alla sua sinistra è sua madre, un tempo affetta da un linfoma non Hodgkin e ora guarita grazie ad un trapianto di midollo osseo allogenico.
Come spesso accade dopo esperienze come questa, Federica diventa donatrice di midollo e questo farebbe già il lieto fine della storia, ma non é finita…
Nel gennaio 2020 Federica viene chiamata dall’ospedale poiché compatibile con un’altra donna gravemente malata.
Senza pensarci due volte accetta di fare la donazione e, dopo un anno, riceve la bellissima notizia che, grazie al suo gesto, la paziente ora sta bene proprio come era successo alla sua mamma.
#tipizziADMOci #match4all #admolombardia #lastoriapiùbella
5 Luglio: Michele
Donare per Rinascere.
Spesso mi sono chiesto quale fosse il miglior modo per lasciare un segno, un’ impronta. Non ho mai avuto modo di trovare risposta fino a quando, qualche mese fa, una mail mi ha cambiato la vita per sempre.
Facciamo un passo indietro.
Dicembre 2017, Bedford, Inghilterra.
Per chi mi conosce bene, sa della mia esperienza come exchange student e del valore che ha avuto per la mia crescita personale. Appena compiuti 17 anni decisi di rivolgermi ad NHS per donare il sangue. Operazione semplice, indolore e molto appagante. Proprio poco prima di procedere alla donazione mi chiesero un qualcosa che mi lasciò sorpreso.
” Saresti disposto ad iscriverti al registro dei donatori di midollo osseo?”
Non capii molto di quello che mi venne detto, ma il mio istinto rispose per me.
Diedi il mio consenso.
Mediamente 1 persona su 100.000 trova il proprio “matching” genetico. Potete immaginare quanto sia davvero difficile trovare un donatore compatibile per un paziente non consanguineo.
Non pensai molto a quel piccolo consenso che avevo dato fino a quando, a distanza di 3 anni, una mail dal registro dei donatori di midollo osseo Inglese mi cambiò la vita per sempre.
“We have now found you as a potential match for a patient”
Quelle parole mi fecero provare un brivido incredibile.
Dopo varie pratiche burocratiche per trasferirmi al registro dei donatori di midollo osseo italiani iniziai i vari controlli di check up per la salute mia e di “blu” ( così ho deciso di chiamare il mio gemello genetico).
Passò qualche mese, e nella maniera più inaspettata arrivò quella tanto desiderata email.
Ero io. Io ero il suo gemello.
Un ringraziamento speciale va al team di medici e infermieri che mi sono stati sempre accanto.
Un ultimo pensiero va a te Blu.
Blu so poco di te, ma allo stesso tempo abbastanza per dirti che sei una persona fantastica. Spero che il mio midollo ti dia la serenità e l’amore di cui hai bisogno per sconfiggere una volta per tutte questa malattia.
Una parte di me vivrà in te per sempre.
Un abbraccio
Tuo Michele
#lastoriapiùbella #donazionemidollosseo #bonemarrowdonation #admolombardia #donare #midolloosseo
28 Giugno: #nonticonoscomativogliobene
Buon complimidollo fratellino genetico!!! Quando ricevetti quella telefonata era un sabato mattina ed io ero ancora a letto, mi portò il cordless mia mamma e, quando dall’altra parte del telefono una voce mi disse se ero ancora disponibile per la donazione di midollo, a fatica capii che quello non era un sogno.
Certo che ero disponibile!! Che domande!!! Speravo da anni di ricevere quella chiamata ed una mattina di fine aprile arrivò. Iniziarono gli esami per accertare la compatibilità, ogni volta una conferma e l’emozione aumentava. Proprio io potevo essere quell’1 su 100.000, proprio io potevo diventare la “possibilità di vivere” per qualcuno che non conoscevo ma che già sentivo compagno di una grande avventura, sentivo che insieme ce l’avremmo fatta. E così è stato… Il 28 giugno entrai in sala operatoria e dopo una sonora dormita mi dissero che mi avevano fatto dei buchini sulle creste iliache e prelevato una buona quantità di midollo osseo che di lì a poco sarebbe stato infuso ad un bimbo che lo stava aspettando. Fuori dal reparto c’erano i miei genitori e mio fratello, emozionati più di me che in quel momento ero ancora un po’ stordita dall’anestesia. Sono rimasta in ospedale un paio di giorni e la sera successiva dalla finestra del 5° piano vidi lo spettacolo pirotecnico che per tradizione si tiene a Cremona il giorno di San Pietro. Pensai subito che quei fuochi d’artificio erano per noi…. per me e per te fratellino….
Dopo tre anni dall’ospedale mi comunicarono che tu stavi bene….era l’unica informazione che potevano darmi ma anche la più importante. Da allora sono trascorsi altri 17 anni e tu ora sarai un uomo…. felice spero, io quando penso a te lo sono.
#nonticonoscomativogliobene
19 Giugno: Andrea
Mi chiamo Andrea, Donatore.
Mi chiamo Andrea, ho 45 anni sono sposato e ho una bambina che frequenta la scuola elementare a Milano.
Molti anni fa mi sono iscritto ad Admo, e dopo poco tempo sono stato chiamato per una tipizzazione; purtroppo non ero risultato compatibile e quindi nulla di fatto.
Vent’anni dopo ho ricevuto una seconda chiamata, e questa volta me lo sentivo che sarei stato compatibile.
Ho fatto un altro esame del sangue e in attesa dei risultati, un colloquio informativo. Mi è stato prospettato di donare tramite sangue periferico, con una procedura simile ad una aferesi di piastrine; avendo già fatto aferesi ho dato il mio assenso senza problemi.
Nei giorni successivi, ho eseguito una serie di esami clinici a tutela della mia salute.
Dopo un po’ di settimane mi hanno richiamato, e durante un ulteriore colloquio sono stato informato di essere compatibile al 100% con un bambino. La procedura richiesta era però differente, ovvero prelievo di sangue midollare tramite punture nella cresta iliaca. La scelta della procedura dipende dalla patologia del ricevente e da una serie di scelte mediche.
A essere onesto è stato un piccolo shock, da una parte l’emozione di dare una cura a un bambino gravemente malato, dall’altra la naturale paura di affrontare un’anestesia totale mai fatta prima.
Ma non ho avuto ripensamenti, ho mantenuto la promessa data vent’anni prima.
Mi sono presentato in ospedale lunedì mattina, il giorno dopo sono stato portato in sala operatoria; il tempo di addormentarmi e mi sono svegliato che era già tutto finito. Ho chiesto se il midollo fosse già partito per la destinazione, avutone conferma mi sono completamente rilassato.
Due ore più tardi, smaltita l’anestesia ero già in piedi e ho fatto un bel pranzetto.
Il giorno successivo all’espianto sono tornato a casa, sono stato un po’ a riposo per qualche giorno e il lunedì sono tornato a lavorare come niente fosse. Ho chiesto come stesse il bambino, che non conoscerò mai, né lui conoscerà mai me di persona. Per ora so che il trapianto è andato benissimo, ma è comunque un percorso lungo che dovrà affrontare, e io spero per il meglio.
In sostanza è un atto alla portata di chiunque, poca cosa lo sforzo richiesto confronto al grande beneficio per chi lo riceve.
E’ più la preparazione: fra la chiamata e l’espianto è passato un mese e mezzo. Successivamente, non ho avuto particolare dolore nella zona, solo un po’ di fastidio che è sparito in pochi giorni. I miei valori del sangue erano già buoni dopo una settimana, e praticamente come prima dell’espianto dopo un mese. Quindi nessuna conseguenza fisica.
Per me è stato un grande privilegio potere donare il midollo, la mia famiglia è stata molto contenta e mi ha sempre sostenuto.
Admo, mi aveva chiesto se fossi disposto a portare la mia testimonianza. All’inizio ero restio a raccontare questa esperienza, poi mi sono reso conto che a me come donatore avrebbe aiutato conoscere l’esperienza di un altro. Inoltre mi sono reso conto parlando con chi mi chiedeva informazioni, che c’è ancora molta confusione e poca informazione; spero quindi che io possa aiutare in questo senso.
Non sono riuscito a fare “proselitismo” né con le persone con cui lavoro direttamente, né con gli amici perché siamo quasi tutti oltre l’età massima per iscriversi (ormai ultaquarantenni).
Un grazie ad Admo, che con le sue campagne mi ha convinto a diventare donatore e mi ha dato il privilegio e l’onore di aiutare un bambino e un grazie anche al centro di trapianto di midollo osseo che mi ha seguito.
Ciao
Andrea
#lastoriapiùbella #admolombardia #30annipienidivita #donailmidolloosseo #raccontacilatuastoria
www.admolombardia.org
7 Giugno: Federica
“Ci pensi per anni. Un po’ ti spaventa l’idea di diventare donatrice di midollo osseo, di sostenere un’operazione o delle iniezioni di fattori di crescita. Ogni volta che vai a donare il sangue pensi che stai facendo tanto ma forse non abbastanza.. così approfitti di una campagna di tipizzazione in un centro commerciale ed a settembre 2019 ti iscrivi.
Ogni tanto pensi a quel gemello genetico e se da un lato speri stia bene, dall’altro ti domandi se avrai mai la possibilitá di donargli le celluline magiche.
In una normale e frenetica giornata lavorativa, arriva la telefonata dall’ospedale.. c’è una compatibilità da confermare.. ok, quel giorno la concentrazione per le pratiche va a quel paese.
iniziano gli esami e dopo 20gg ecco un’altra chiamata: la compatibilità è molto alta!
Brividi, agitazione, emozioni.. inizia il countdown per giugno.
Tante fialette di sangue da esaminare, tamponi, ecg, rx, ecografie, ematologo, cardiologo, anestesista..
Tutto regolare, esame passato!!!!
Mancano pochi gg alle iniezioni di fattore di crescita, chissà, magari mi alzerò di un paio di centimetri
Sono pronta.
Se avrò qualche dolorino lo affronterò. Non è nulla a confronto di quello che sta una persona malata di una grave forma di leucemia in chissà quale posto nel mondo che ha solo me come speranza di vita.
Ed io sono qui, incrociando le dita perché tutto vada per il meglio.
Per lui/lei, la sua famiglia, i suoi amici.
E so che sarà come diventare mamma per la seconda volta.”
Federica (donatrice effettiva di midollo osseo)
#31annipienidivita #lastoriapiùbella #BuoncompleADMO #trapiantomidolloosseo #admolombardia
6 Giugno: Manuela
Lo leggereste questo post se vi dicessi che ho vinto la lotteria della vita? Questione di numeri. Uno su centomila: io sono stata quell’uno. Fortuna? Direi di sì: ho donato il mio osseo. A Chi? Non lo so, uomo, donna o bambino poco importa. Non so a chi, ma so il perché. Un perché forte. Il suo midollo non funzionava più a causa di una leucemia, un tumore del sangue, e quindi aveva bisogno di sua sorella genetica. Eccomi! È toccato a me, proprio a me.
Vi dico subito che non ho mai avuto nessuna esitazione ed è stato tutto semplice, anzi facilissimo. Mi sono iscritta al registro donatori circa tre anni fa, quando ho conosciuto la storia di Elisa grazie alla forza dei suoi instancabili, meravigliosi, unici genitori, Sabina Maria Ursuleac e Pardini Fabio Per Elisa . Hanno lanciato ripetuti appelli per far conoscere
ADMO, invogliando a registrarsi molti possibili donatori. Sono consapevole che in tutto questo Elisa ci ha messo la sua manina, sorridendo da lassù. Perché lei, nonostante tutto, rideva sempre. Elisa purtroppo non c’è più, ha lottato come una leonessa e ha lasciato un segno in ognuno di noi. Non se ne andrà, lo conserveremo nel posto, dentro di noi, dove custodiamo le cose più belle.
Quando mi hanno chiamata dall’ospedale dicendomi che c’era una piccola possibilità di compatibilità, ho detto sì: subito, senza esitazioni, nessuna paura. Sapevo già dentro di me, dopo il primo colloquio, di essere compatibile, lo sentivo.
Il regalo più bello è stato sentirmi dire «sei compatibile. Andiamo avanti, te la senti?». «Sì». Numerosi controlli e a ognuno le medesime domande: «Vuoi andare avanti? Come stai?». «Ma certo! Andiamo avanti». Dopo le visite, chiaramente con esito positivo, ho firmato il consenso alla donazione. Ero felice come non mai. Una botta di adrenalina pazzesca. Incredibile: io, una su centomila: posso aiutare una persona a guarire.
Ho fatto quindi le punture del fattore crescita per stimolare la produzione del midollo. Qualche dolorino alle ossa, è lì che il midollo fuoriesce nel sangue e si moltiplica per essere donato; niente di irrisolvibile, basta una tachipirina! Le punture me le hanno fatte la mia mamma e le infermiere dell’ospedale. «Mi raccomando, riguardati! Non andare a camminare». «Certo, dottoressa». Ho camminato e sono andata in bicicletta, in realtà… «Non venire in ospedale da sola dopo le punture». «Certo». «Con chi sei venuta?». «Da sola…».
In Italia ci sono molte persone che aspettano il fratello o la sorella genetica. Purtroppo trovare un donatore è rarissimo. Uno su centomila da donatori esterni e le possibilità che fratelli o genitori siano compatibili è bassa, molto bassa. Credetemi, donare è facile: immensamente semplice. Dopo una serie di scrupolosi esami di ogni tipo, solo se sarete sani potrete donare. Solitamente si dona in aferesi, la donazione richiede dalle tre alle sei ore: la mia è durata tre ore, passano in fretta… Nemmeno te ne accorgi! Potete guardare un film, leggere, fare videochiamate… Il tempo passa veloce. Finita la donazione vi porteranno tanto cibo e vi terreno un po’ in osservazione.
Io giravo per l’ospedale euforica: felicissima di aver donato. Quella sacca con le cellule staminali contiene la vita.
Attenzione: il midollo osseo non è il midollo spinale, come molti credono. A volte si può donare anche dalle ossa del bacino: in quel caso vi tengono in ospedale 48 ore.
Ho donato in aferesi, è stato facilissimo. Tre ore: nessun dolore, nulla. Solo un’immensa felicità. La dottoressa che mi ha seguita, finito il turno, mi ha salutato col camice addosso per poi ritornare a vedere come stavo con i vestiti ”normali”. L’umanità.
Dicevo di una lotteria. Cosa si vince? Beh, diventate i supereroi di qualcuno. Tante brioches dopo gli esami. Infiniti «come stai? Come ti senti?» dai medici, spettacolari, e dalle infermiere, superlative. Potete vincere innumerevoli controlli e vi terranno d’occhio per altri dieci anni. Vincete anche un giretto con un ”birucin” del portantino che ti porta da un reparto all’altro dell’ospedale. Vincete, infine, un super pranzo ospedaliero: panini, cioccolato e Coca Cola. Poi, con tranquillità, uscirete dall’ospedale con le vostre gambe.
Avvertirete una botta di adrenalina pazzesca. Un’immensa, unica gioia.
Avrei infiniti ringraziamenti da fare. Ringrazio, di cuore, Chiara, Gabriele, Patrizia, Sandra, Doriana, Valeria, Massimo, i miei genitori, Leonora e Bruno, la mia coordinatrice Roberta Gambellin , Marta Badocco per avermi sostituita sempre senza esitazione, i miei colleghi, i bambini e le ragazze della comunità per cui lavoro
Dico grazie ai genitori di Elisa. Se non potete iscrivervi al registro donatori midollo osseo, raccontate questa storia. Ci si può iscrivere dai 18 ai 36 anni non compiuti, bisogna pesare più di 50 chili ed essere in buona salute. Fatelo: avrete la possibilità di salvare una vita. Io lo rifarei subito. Per qualsiasi informazione e curiosità, sono disponibile. Non è facile trovare un donatore. Uno su centomila. In ospedale ci sono moltissimi giovani ricoverati. Dall’altra parte ci potrei essere io: questo ho sempre pensato.
Vi racconto un aneddoto che mi ha fatto piangere. Tanto. Una ragazza, in ospedale, mi ha detto: «Sei fortunata, hai ancora i capelli». Mi sono sentita morire. «Sto bene – le ho risposto -, sono qui per donare il midollo». Abbiamo pianto assieme.
La foto non è il massimo Non perché fossi stanca per la donazione, ma perché Olivia mi aveva svegliata tre volte la notte prima!
Caro fratello o sorella genetica, ti auguro infiniti giorni felici, compleanni e sogni. In qualche parte del mondo c’è qualcuno che ha bisogno di te per continuare a vivere, sorridere, essere felice. Ora so che in te c’è una parte di me.
Repost @manuela Pavan che ringraziamo infinitamente per questo meraviglioso gesto di puro amore
Sei unico! Per qualcuno il solo! Iscriviti al registro dei potenziali donatori di midollo osseo www.admolombardia.org #lastoriapiùbella
3 Giugno: Phil
Sono un ragazzo di 41 anni, ho cominciato l’anno con una diagnosi di LLC il 2 gennaio 2020. Niente di che, si parla dello stadio A di Binet. Ci ho messo qualche giorno ma poi ho metabolizzato la notizia; ora sto bene da tutti i punti di vista. Ma lasciamo un attimo da parte la mia Leucemia Linfatica Cronica.
La vita è strana. Anni fa avevo fatto analizzare la mia saliva per campionare il mio DNA e diventare quindi un potenziale donatore. Pensavo fosse davvero una cosa bella poter aiutare concretamente qualcuno. Oggi, 1 giugno 2020 ricevo una telefonata: c’è un paziente che potrebbe essere compatibile con me e una dottoressa vorrebbe approfondire la conoscenza del mio midollo. Le ho dovuto dire che ho la LLC e “non credo” di essere un buon donatore. Metabolizzare questa notizia: “io non posso aiutare qualcuno che sta molto peggio di me” mi fa stare male, molto male. E’ incredibile. Vorrei urlarlo al mondo, ma non posso perché solo alcuni miei cari sanno della mia diagnosi. Se potete, urlatelo voi al posto mio. p.s. anzi N.B. Per tutti quelli che vorrebbero donare il midollo ma ancora non si sono fatti catalogare: fatelo al più presto; credo che la sensazione di poter “donare” la vita a qualcuno, con così poco, sia davvero una bellissima sensazione che vi potreste portare dietro tutta la vita.
Phil
#lastoriapiùbella #donateilmidolloosseo #30annicheloripetiamo #30annipienidivita #admolombardia
31 Maggio: Pensa solo al bello
“Un amico un giorno mi ha scritto: pensa solo al bello che può darti Adriano anche in questo contesto.
Ecco… questa è stata la frase che più ho fatto mia in questo periodo della mia vita.
Ho imparato tanto da lui e insieme siamo riusciti ad affrontare il dolore e la sofferenza. Le nostre storie, i nostri piccoli sorrisi, le sue domande, le nostre lacrime sono il mio bagaglio grosso e pesante che porterò con me per sempre.”
Repost Mio figlio ha il cancro #admolombardia #30annipienidivita #lastoriapiùbella
25 Aprile: Francesca
#lastoriapiùbella #storiedivita
Un piccolo esserino di 4 anni… con una forza indescrivibile. Lotti questa battaglia da quando avevi 20 mesi.
2 ottobre 2017 iniziò il tuo incubo.. Leucemia linfoblastica acuta, con 85% di guarigione.
10 mesi di chemioterapia, 10 mesi di piccoli ostacoli e mille gioie e poi finalmente la libertà che durò per ben 9 mesi.
Nove mesi di tranquillità e pace…poi quella chiamata,quella chiamata che cambiò le nostre vite nel giro di una frazione di secondo..
14 febbraio 2019 la ricaduta.
Ricaduta di malattia precoce… una pugnalata dritta nel cuore, una di quelle ferite che sono ancora lì e che non si richiuderanno mai ..
Sentirsi dire: le percentuali di guarigione per suo figlio ora come ora non si sanno, si vedrà passo dopo passo, giorno dopo giorno.
Iniziai con il vivere passo dopo passo, giorno dopo giorno con quella paura di chiudere gli occhi e non vederti più.. iniziai a vivere nel terrore, nel terrore di quello che sentivo e vedevo… ho incominciato a sopravvivere per te .
Ricordo che con quella ricaduta avrei voluto sparire, un crollo che ti prende e non ti lascia respirare, avrei voluto morire, ma tu con quel sorriso e quella grinta ci hai preso per mano e fatto superare tutto.
Solo Dio sa quanto piangere, quante notti sveglia per vedere se respiravi, se stavi bene, se eri vivo.
4 mesi da incubo 4 mesi di torture .
incominciò tutto nei peggiori dei modi, rischio di perforazione cuore polmone per inserire il broviac, ti ho visto soffocare dopo una risonanza magnetica, ti abbiamo visto affrontare un midollo da sveglio dove io e tuo padre ti tenevamo fermo, ti abbiamo visto stare male, ti abbiamo sentito urlare e piangere per il dolore che stavi provando, ma mai ti abbiamo visto mollare.
E finalmente arrivò quel tanto atteso trapianto
Un giovane e misterioso donatore israeliano di soli 20 anni ha deciso di donarti una parte importante di sé , il suo midollo, la tua unica salvezza…
26 giugno 2019 il trapianto chiusi li dentro per 33 giorni chiusi io e te con papà dietro un vetro, hai superato le radioterapie, chemio devastanti, sieri di 18 ore, per arrivare al trapianto e subito dopo quella febbre a 40 che non scendeva con niente, quei virus presi e la graft alla pelle, ti sei conciato come una grattugia: ti strappavi la pelle ma sorridevi sempre, la fotoaferesi, il vederti sotto ossigeno con saturimetro giorno e notte, i dosaggi di cortisone dove ti sei visto cambiare, diventare una palla che faceva fatica a camminare, parlare e respirare… ma tu volevi lo stesso la tua bicicletta in casa Ugi, fino a quando ti hanno preso in giro ti hanno offeso e deriso e da li non hai più fatto nulla.
Non volevi più fare nulla eri triste e piangevi sempre avevi superato ostacoli micidiali, ma quelle offese ti avevano ferito , avevano distrutto la tua autostima che fortunatamente con mille discorsi hai riacquistato capendo l’importanza di non dover mai prendere in giro nessuno anzi il dover aiutare chi ha bisogno sempre.
Hai lottato con una pressione alle stelle i giramenti di testa e le mille pastiglie da prendere.
Siamo stati lontani da casa, in casa Ugi ormai come una seconda casa per noi. Per mesi lontani da tutti, solo noi tre chiusi in una casa, in una città lontana da tutta la nostra vita, la nostra normalità.
Il tornare a casa e stato semplicemente meraviglioso unico.. il godersi ogni piccola cosa ha un sapore così meraviglioso.
A oggi siamo a 10 mesi dopo il trapianto.. piccoli passi.
Con oggi abbiamo levato il nostro tubicino, la luce di Ironman e da oggi non ti rivogliamo mai più addio per sempre.
La strada e ancora lunga mancano ancora 4 anni e due mesi per la vera libertà.
Ma a noi per essere felici basta poco, ci basti semplicemente tu.
Grazie per averci insegnato a vivere, grazie per aver creduto in te stesso giorno dopo giorno. Sei e rimarrai per sempre il mio supereroe preferito. Mamma e papà ti amano immensamente tanto
sei un essere speciale #donateviprego
Potete salvare una vita con dei piccoli gesti, gesti che per noi famiglie sono speranza di un futuro
Grazie Francesca.
23 Aprile: Antonio e Danila
#Rotaractianifinoalmidollo intervista ad Antonio e Danila
Volontari Admo Lecco e coppia formidabile!
Antonio sconfigge la leucemia grazie al trapianto di midollo osseo con il sostegno di Danila e……. ascoltate la diretta e ponete le vostre domande sul canale Instagram rotaractmerate.
Potrete rivedere la registrazione sia su IG che su questa pagina.
#30annipienidivita #leucemia #trapiantomidolloosseo #volontariato #lastoriapiùbella
17 Aprile: compleanno speciale
Oggi è il mio compleanno.
E spero anche il compleanno felice di un’altra persona.
È già passato un anno. Un anno oggi.
Un anno fa ho donato il midollo, tramite intervento chirurgico, ad un/una perfetta sconosciuta. È stato il gesto più intenso, pauroso, ed emozionante della mia vita (nascita di figli a parte ).
Sono stati bellissimi i 5 mesi di preparazione, i numerosi problemi, la notte prima, ed il post. Tutto, assolutamente tutto, da rifare e da consigliare. Una persona, grazie a tutto questo, ha potuto avere un’arma in più per la sua battaglia. Non so cosa sia successo, non so se l’ha vinta o l’ha persa, ma so che ha avuto una possibilità. E spero tanto l’abbia vinta. È stato un giorno che non dimenticherò. Mi ha proprio stravolto la vita. Perché un evento di questo tipo non può non farlo. Ed è anche per questo che lo consiglio a tutti. Mi ha fatto prendere decisioni rivoluzionarie. Mi ha fatto vedere chi c’era e ci sarà, e chi invece no. Mi ha sbattuto in faccia il senso della vita.
E per tutto questo non voglio dimenticare e non dimentico.
Non dimentico le sensazioni. Non dimentico i pensieri. Non dimentico il dolore. Non dimentico la forza.
Non dimentico chi era in ospedale.
Non dimentico, forse soprattutto, chi avrebbe voluto esserci ma non ha potuto, ma c’era in un modo fortissimo. Non dimentico il messaggio che ho dato ai miei figli.
Non dimentico nulla.
Quindi? Perché scrivo questo post? Per far vedere quanto sono bravo?
No. Scrivo questo post per arrivare a tante persone. Per questo vi chiedo di condividere. Scrivo questo post per far capire a molti quali sensazioni e quale regalo per la vostra vita, si per la vostra, si celano dietro una donazione.
Scrivo questo post per farvi riflettere sul senso della vita. Sul fatto che avete 1 possibilità su 100000 (non tante ma neanche poche ), di essere il gemello genetico di qualcuno, di provare a salvargli la vita. Avete la possibilità di fare un gesto verso qualcuno di sconosciuto dal valore immenso.
Avete la possibilità di fare quel gesto, che vorreste immensamente ricevere se foste un malato, o aveste un figlio malato.
Ed infine, per come la vedo io, avete la possibilità di non rendere vana la morte di tutti coloro i quali sono morti perché non ci sono abbastanza donatori ed il trapianto non è arrivato. Ed anche di coloro i quali sono morti dopo un trapianto, ma se la sono potuta giocare.
Non aspettate quindi, iscrivetevi oggi, all’associazione italiana donatori di midollo osseo. Iscrivetevi all’Admo.
Qui trovate tutto :
admo.it admolombardia.org
Iscrivetevi e CONDIVIDETE.
Se solo uno di quelli che leggerà questo post si iscriverà, sarò contento.
Anche se, ho già vinto con un’iscrizione in particolare.
#ilmondomigliore #admo #lastoriapiùbella
3 Aprile: Giulia
«Abbiamo trovato un donatore compatibile, è tedesco, è lui che ti donerà il midollo» così mi è stato detto a 12 anni, quando ero poco più che una bambina.
La mia malattia aveva un nome strano che avevo paura a pronunciare: LEUCEMIA MIELOIDE ACUTA.
A 12 anni ho ricevuto un nuovo midollo perché il mio non funzionava più.
Ricordo con precisione ogni momento del mio lungo percorso di cura, ogni persona che è entrata nella mia vita, ogni emozione, ogni sensazione. Come si fa a dimenticare?
Ero solo una bambina e vedevo tanti compagni di avventura non farcela, ma come puoi pensare alla morte quando sei così piccola? Come puoi capirla e accettarla? Come puoi accettare che tanti di noi non potranno mai diventare grandi?. Chi non ha passato quello che abbiamo passato noi non lo capisce semplicemente perché finché non ci finisci dentro non ne puoi capire il senso.
Chi sa della mia storia pensa che io sia stata sfortunata, ma io dico semplicemente che è ciò che mi ha definito.
Alla bambina che sono stata le auguro di far pace col suo passato, alle mie ferite di rimarginarsi e ai miei sogni di continuare a volare alti. Alla bambina che sono stata voglio bene anche se è dovuta crescere più in fretta di tutti gli altri. Anche se è stata fragile non è mai stata debole, è stata stanca e sfinita non ha mai smesso di lottare.
Senza la malattia non avrei mai visto quanta vita e quanta forza c’è in quei genitori che stanno accanto ai loro figli ogni giorno, quanta energia, quanta speranza c’è negli occhi di quei bambini che lottano per diventare grandi.
Quando sono diventata grande ho realizzato quanto sono stata così vicino alla morte e allora il tuo cuore lo devi accettare così com’è, che batte e si emoziona più del normale perché sa quanto è urgente e bello vivere, amare e donarsi agli altri. Diventi grande e capisci che non puoi non vivere intensamente la vita che ti è stata donata per la seconda volta e che lo devi fare anche per quei compagni che non sono potuti diventare grandi, tu devi vivere anche per loro.
Alla donna che sono diventata auguro di non dimenticare quel che è stato, di accettarlo, come parte di una vita che, in fondo, l’ha resa quella che è oggi.
Alla donna che sono auguro di fare di questa esperienza di vita la più grande ricchezza da portare con se sempre
Senza la malattia non sarei la persona che sono oggi e forse va bene così perché nonostante tutto la mia anima è più bella così.
13 ANNI. Buon #complemidollo Giulia Venosta
31 Marzo: Anna Maria
Complimenti Anna Maria Beretta!!
Siamo orgogliosi di te!
Hai avuto una seconda possibilità avendo ricevuto una seconda Vita e l’hai onorata diventando prima nostra volontaria e ora laureandoti
#avantitutta #lastoriapiùbella #distantimauniti #admocè #volontariAdmoLombardiasilaureano #trapiantoèVita
24 Febbraio: Alessandro
Ciao mi chiamo Alessandro, ho 45 anni e ho fatto 3 trapianti di midollo osseo….. TANTA VOGLIA DI VIVERE!
#seipropriotu #tuttihannounmidollo #lastoriapiùbella #midolloosseo
“Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è arreso.”
(Nelson Mandela)