#Storie di Vita!
Daniele
Pensare che una radiografia per uno stupido dolore al ginocchio mi ha salvato la vita…
“..una inaspettata presenza di midollo osseo rosso, si consiglia un esame del sangue.” è più o meno quello che ha scritto nel referto il radiologo.
Era da un po’ che mi stancavo facilmente, ma davo la colpa al caldo di fine maggio e al fatto che da lì a tre settimane avrei iniziato la maturità. Feci gli esami del sangue, ovviamente non erano assolutamente in regola: 150’000 globuli bianchi micro-litro, più di dieci volte la quantità normale.
Io non sapevo assolutamente cosa volesse dire,
e non me ne sono preoccupato nemmeno così tanto.. il medico di famiglia lo era però, ci consigliò di andare immediatamente a Niguarda, uno dei migliori ospedali oncologici per le malattie del sangue.
Andammo lì in pronto soccorso, mi fecero anche loro gli esami del sangue e dopo poco mi misero in una stanza a parte. Ancora non sapevo nulla, ero solo stanco e un po’ debole. Entrò un medico, mi disse che si trattava di leucemia ma che ancora non sapevano di che tipo.
Forse ho preso la notizia un po’ sottogamba, chiamai la mia ragazza e glielo dissi con una tale semplicità che, piangendo, mi disse come potessi avergli detto una notizia così con tanta leggerezza.
Peccavo un po’ di ignoranza, non sapevo cosa stesse succedendo in me. Fortuna volle che il giorno dopo nel reparto si liberò un posto, fu dimesso un paziente e io presi il suo posto. In quei giorni, sottoposto a chemioterapia, riuscivo a pensare solo a come avrei potuto dare gli esami e a come avrei fatto se non avessi potuto perdendo così l’anno scolastico. Rimasi in ospedale fino a metà luglio, dopo tanta chemioterapia che tenne a bada le cellule impazzite del mio sangue.
Feci due mesi ad andare e venire dall’ospedale, per la chemioterapia, in attesa di un donatore di midollo osseo compatibile. A settembre mi diedero la possibilità di dare gli esami di maturità, gli scritti li feci nella mia stanza di ospedale, insieme a soli due professori, quello della materia della prova e un altro professore che per legge doveva essere presente. L’orale lo feci due settimane più tardi, questa volta in un’aula della scuola preventivamente pulita e disinfettata. Mi sentivo un po’ ridicolo con la mascherina ed erano ridicoli a loro volta anche i professori che si sono dimostrati davvero premurosi a darmi questa possibilità.
Feci altri due mesi ad andare e venire dall’ospedale, finché i medici non mi dissero che non si poteva più aspettare: non c’era un donatore compatibile.
A quelle parole rimasi un po’ deluso, e pensai che non mi sarei arreso comunque fino alla fine.
Subito dopo quella notizia mi dissero di un nuovo tipo di trapianto adatto alla mia leucemia (linfoblastica acuta per la precisione). Si trattava di una novità, dovetti firmare perché ero ritenuto una sorta di “esperimento” per così dire. Il trapianto allogenico (così si chiama) prevede l’utilizzo di cellule di midollo osseo di una persona compatibile anche al 50%, come nel mio caso.
In me ora scorre il sangue di mia sorella, a cui devo la vita.
È stata molto dura, chemioterapia e radioterapia per distruggere completamente il mio midollo osseo e tutte (possibilmente) le cellule malate per dare spazio a quello del donatore. Il 3 dicembre 2015 posso dire di aver avuto la mia seconda possibilità. I mesi a seguire sono stati lunghi e difficili, non privi di complicanze e problemi. Dovete sapere che un midollo così poco compatibile può generare rifiuti verso l’organismo del ricevente. Io sono stato fortunato, sicuramente molta gente non lo è come me. Donate il midollo e date la possibilità a una persona di soffrire il meno possibile, di riavere quello che sta perdendo. Solo una persona su 100’000 è compatibile al 100%, e in molti altri ospedali e paesi è l’unica via per salvare una vita.
Iscrivetevi al registro dei donatori, c’è qualcuno che vuole continuare a vivere e ha bisogno di te!
Daniele